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1 luglio 2013 1 01 /07 /luglio /2013 20:55

Sete di Acqua viva

 

Nella Bibbia troviamo molti esempi di fratelli e sorelle, ma, forse, il racconto più toccante è quello che ci presenta le sorelle di Lazzaro: Marta e Maria, che vivono a Betania.

Leggiamo l’incontro che Gesù ha con le due sorelle nel Vangelo di Luca 10: 38 - 42:

 

“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio;

 e una donna, di nome Marta, lo ricevette in casa sua.

Marta aveva una sorella chiamata Maria,

 la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.

Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse:

 «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?

 Dille dunque che mi aiuti».

Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni

e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria.

Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».

 

Possiamo comprendere i sentimenti di Marta! Marta desiderava che tutto fosse perfetto per il suo ospite, e credo che ogni donna, qui, possa capire le sue intenzioni.

 

Voleva che la sua casa fosse pulita, accogliente; voleva avere del buon cibo da offrire al Maestro, e dava il meglio di se stessa per questo obiettivo.

 

Nella “Speranza dell’Uomo”1  viene detto che Marta era ansiosa

di provvedere al benessere dei suoi ospiti.

Credo che volesse mettere Gesù a suo agio e renderlo felice.

Le sue intenzioni erano ottime.

 

Come sarebbe bello e vivibile il nostro pianeta, se ognuno di noi volesse farvi sentire il Signore a suo agio, felice. Ricordate anche che Gesù ha detto: “Quello che farete al più piccolo dei miei fratelli, lo avrete fatto a me”. Che accadrebbe se ognuno volesse rendere felice Gesù, che vive in noi e tra noi?

 

La “Speranza dell’uomo” ci dice anche che Gesù aveva un affetto intenso per la famiglia di Betania… si recava spesso in casa di Lazzaro; Gesù non aveva una sua casa  e dipendeva dall’ospitalità degli amici… Spesso quando era stanco e sentiva il bisogno di simpatia, si rifugiava  volentieri in quella casa tranquilla.

 

amiciziaÈ incoraggiante notare che Gesù aveva bisogno di amicizia ed ospitalità.    Talvolta sento dire che Dio dovrebbe bastarci, che se avessimo un rapporto vero con la Divinità, non avremmo bisogno di altro. Sappiamo, però, che Gesù dipendeva dall’ospitalità degli amici, non solo desiderava ospitalità, ma dipendeva da essa, ne aveva bisogno. Nessuno ha mai avuto né potrà avere un rapporto con Dio più forte di quello di Gesù, eppure Gesù aveva bisogno di amici, proprio come noi. Aveva bisogno di qualcuno che lo sostenesse.

 

Ricordiamoci! È importante ammettere che abbiamo bisogno gli uni degli altri.

 

Proviamo a immergerci ancora di più nella storia di Betania, per capire meglio che cosa sta succedendo.

 

Gesù ed i suoi discepoli entrano in quella casa, stanchi, affamati, assetati. E un uomo assettato beve molto; un uomo affamato mangia molto… Se pensiamo che allora non c’erano succhi di frutta in bottiglia, acqua corrente, frigorifero, piatti e tovagliolini di carta… ci rendiamo conto che Marta fosse veramente indaffarata; non era strano che cercasse aiuto, e da chi, se non da sua sorella? Ma Maria aveva sete di Acqua Viva.

 

 

                   CASCATA “I miseri e poveri cercano acqua,

                              e non ve n’è,

    e la loro lingua è secca dalla sete;

  Io, l’Eterno, li esaudirò.

Io, il Dio d'Israele,

 non li abbandonerò.

 Io farò scaturire dei fiumi 

sulle nude alture,

   delle fonti in mezzo alle valli;

    farò del deserto uno stagno,

            della terra arida una terra di sorgenti”

                                     (Isaia 41: 17 - 18).

 

 

Queste parole dell’Antico Testamento vengono riprese in prima persona da Gesù, che risponde ai nostri bisogni:

 

             “Chi beve dell' acqua che io gli darò, non avrà mai più sete;

          anzi, l' acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d' acqua,

che scaturisce in vita eterna» (Giovanni 4: 14).

 

Cascata 3

 

Gesù vuole darci acqua in abbondanza, per la nostra sete.

Egli desidera che sappiamo con certezza dove procurarci questa acqua.

E noi? Abbiamo sete di acqua viva?

Oppure ci accontentiamo dell’acqua delle cisterne?

Forse alcuni tra noi stanno attraversando una crisi spirituale.

Facciamo nostri i versetti che abbiamo appena letto.

Soltanto Gesù può darci acqua in abbondanza, per spegnere la nostra sete.

 

 

È la frase finale di Gesù, che dovrebbe essere il programma base d’ogni esistenza e d’ogni comunità cristiana nell’azione e nella contemplazione:

“Una sola cosa è necessaria,

Maria ha scelto la parte buona, che non le sarà mai tolta”

L’evangelista Giovanni ci riporta quasi come una eco di questa frase del Signore:

“Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna,

e che il Figlio dell’uomo vi darà”   (Gv 6: 27).

In tutte le vocazioni e in tutti gli stati della vita è indispensabile l’atteggiamento dell’ascolto della Parola sia che noi siamo avvolti nel groviglio delle diverse attività umane, oggi, sempre più frenetiche sia che viviamo una vita più tranquilla, fatta di un lavoro, che c’è addivenuto familiare, dobbiamo sempre tenere aperto un canale di comunicazione con l’Infinito.

Il teologo K. Rahner nel suo affascinante libro “La fede in mezzo al mondo” che invito tutti a leggere, si pone una domanda fondamentale:

 

“Abbiamo mai fatto veramente l’esperienza della grazia?

Non vogliamo alludere, si badi, ad un generico sentimento di devozione o a una esaltazione religiosa di tipo festivo, e nemmeno a una qualunque consolazione, intrisa di dolcezza, ma all’esperienza della grazia vera e propria; cioè a quella visitazione dello Spirito Santo,…la quale in Cristo, grazie alla sua incarnazione e immolazione in croce, è divenuta realtà”.

 

Questa comunicazione in noi di Dio, come spesso ci ricorda l’apostolo Paolo, ci trasforma in un Cristo vivente nel tempo e nello spazio, e induce ognuno di noi a essere parte del Corpo di Cristo, che trascende la storia, e diviene realtà perenne di annuncio della Parola “Evangelo eterno di salvezza”.

La nascita e la crescita del vero cristiano fioriscono non in una pianta, che mette le sue radici in uno spazio indeterminato, ma in una forte esperienza di fede e di amore, che illumina il tempo e la storia.

 

Torniamo, però, alla casa di Betania, dove ci sono Marta, con tanto lavoro da fare, che cerca sua sorella, e Maria che se ne sta tranquilla a conversare con Gesù.

 

Marta e MariaSe tu fossi stata Marta, che cosa avresti fatto? Avresti chiamato Maria sottovoce, gentilmente? Forse le saresti andata vicino, e avresti sussurrato al suo orecchio, per non metterla in imbarazzo: “Maria ti dispiacerebbe aiutarmi? Maria, ho bisogno di te!”

 

Marta fa una cosa inaspettata, da persona tagliata con l’accetta, se ne va dritta, dritta da Gesù e non Gli chiede, anzi, quasi Gli ordina: “Dille di venirmi ad aiutare!”. Sembra che voglia far sentire Gesù colpevole: “Mentre Tu ti sollazzi con Maria io, qui, sto crepando di lavoro!”

 

 

Marta, la sorella di Maria, conosceva tutto di lei

e sapeva ciò di cui Maria aveva bisogno.

Anche io ho gli stessi suoi bisogni.

Anche tu, che leggi queste note,

hai gli stessi bisogni di Maria,

perché siamo tutti nella stessa barca.

Abbiamo bisogno di sederci ai piedi di Cristo!

Abbiamo bisogno di essere in Lui, con Lui;

di imparare da Lui e attraverso Lui,

Parola vivente.

 

     Maria quel giorno sapeva ciò di cui aveva bisogno e cercava di ottenerlo.

 

E … di cosa aveva bisogno, Marta, quel giorno?

                       Marta credeva di aver bisogno di aiuto in cucina,

                       ma in realtà, anche lei aveva bisogno

                       di sedersi ai piedi di Cristo.

 

Mi piace molto il seguito di questa storia. Gesù capisce i sentimenti di Marta. Avrebbe potuto dirle: “Stai calma Marta, Maria presto verrà ad aiutarti”.

Ma Gesù le rispose:

“Marta, Marta, tu ti affanni e ti inquieti di molte cose,

ma una sola è la cosa necessaria.

Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta”.

 

Facciamo attenzione! Non c’era nulla di sbagliato in quello che Marta faceva. Il problema è, soltanto, il suo atteggiamento interiore, non le sue azioni, forse in quel momento necessarie. Il suo problema non è in ciò che sta facendo, ma in ciò che sta scegliendo di fare come prima  cosa nella sua vita.                      

Il problema è nelle priorità che diamo al nostro vivere.

 

Molti di noi amano essere impegnati; ci piace darci da fare, siamo buoni esempi per l’etica del lavoro, ed è parte della nostra eredità cristiana. Sembra facile essere delle “buone Marta".

 

Marta Maria e GesùMarta era una lavoratrice, sapeva che cosa andava fatto e lo faceva.  

 

Ma, permettetemi di dirvi che non sarete mai una “vera Marta”,

fino a quando non vi sarete come Maria, seduti ai piedi di Cristo.

                                                   

 Maria voleva contemplare,

 aveva bisogno di contemplare.

 Il più grande desiderio di Maria

 era di stare con Cristo,

 sedersi ai suoi piedi;

 Dio l’aveva chiamata,

 e lei stava rispondendo.

 

 

Dio ha un piano per le nostre vite,

vuole che collaboriamo con Lui.

Desidera lavorare insieme con noi.

Nondimeno, prima di tutto,

inginocchiamoci, adoriamo, amiamo,

preghiamo e contempliamo.

        

E.G.White, La Speranza dell’uomo, Edizioni ADV 1998, cap LVIII.

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  • Sono vissuto per molti anni in Turchia, per cui oltre al cristianesimo ho anche una conoscenza della religione musulmana ne amo soprattutto la spiritualità, il sufismo.
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