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9 luglio 2012 1 09 /07 /luglio /2012 15:56

La  Meditazione

                                                                                                

Ritengo che si debba dare alla meditazione una rilevanza particolare, essendo una forma di preghiera, che, sebbene possa, a volte, suscitare una qualche diffidenza, è molto diffusa sia nel cristianesimo sia nelle altre religioni.

cieloQuante immagini, infatti, si addensano nella nostra mente alla sola menzione del termine “meditazione”!

Prendiamo, a titolo d’esempio, quella di un monaco, rasato a zero, rannicchiato in pose, che sembrano essere state scelte apposta per essere scomode.

Forse abbiamo sentito parlare anche della “meditazione dell’ombelico”.

La meditazione, però, non ha bisogno di strane posture esteriori né bisogna passare in essa diverse ore della nostra giornata, per trarne un reale beneficio.

 

Vediamo, ora, liberando la nostra mente da vuoti pregiudizi, di scoprire realmente che cos’è, per un cristiano, la preghiera di meditazione.

La preghiera meditativa inizia con la lettura di un testo; di solito la Sacra Scrittura.

Obiettivo della meditazione è rapportare il contenuto di un brano proposto, un avvenimento, un richiamo della coscienza alla propria vita, di modo che chi prega si confronti concretamente con le proposte di un testo, la realtà concreta, i dettami del cuore.

 

Presentiamo ora tre tipi o modalità di meditazione:

 

Meditazione riflessiva - si tratta soprattutto di riflettere su un determinato oggetto, ad esempio un versetto della Bibbia, per trarne delle conclusioni, che ci serviranno per dirigere al meglio gli eventi della nostra vita  oppure per pregare. 

preghiera interiore - non ci si accontenta di riflettere, ma si vuole soprattutto parlare con…Chi prega così, ad esempio, non si limita a pensare a quello che ha fatto Gesù, ma parla con Gesù…esponendo al Signore i propri progetti, le intenzioni più riposte ma anche gli ultimi eventi, che possono averlo rallegrato o rattristato.

meditazione semplificata  - non si tratta di una meditazione più semplice come il termine “semplificata” potrebbe farci intendere.

È al contrario una forma di meditazione più alta delle precedenti. Ormai all’orante può bastare una semplice espressione, una parola, una breve frase, che egli di tanto in tanto ripete a se stesso. Ad esempio, il regno di Dio è vicino. Tutto il resto, vale a dire le domande, le riflessioni…, non viene più considerato esplicitamente.

Si può anche giungere al momento, in cui non sia più necessario dire o pensare qualcosa, in cui può bastare la consapevolezza di essere “lì”, davanti a Dio: “Eccomi, Signore, sono qui”.

     

La meditazione è preghiera ed in quanto tale possiede le caratteristiche della preghiera, solo che ciò che in essa prevale è il silenzio. Abbiamo, infatti:

 

cielo 2Silenzio esteriore,è interessata la zona periferica dell’uomo, quasi, direi, che avvolge l’uomo.        Fa parte integrante di questo silenzio, anche la postura. Per la meditazione consiglio la posizione “seduti” e, nella misura che c’è possibile, tenere la schiena, non curvata né in avanti né in dietro, ma eretta.

Il silenzio esteriore ha i suoi nemici: piccoli o grandi disagi corporali, rumori esterni, posizioni squilibrate o che avvertiamo come tali.

C’è un racconto giapponese che raffigura i nemici della meditazione a 52 piccoli guerrieri, si è vittoriosi man mano che questi guerrieri muoiono.

Silenzio interiore, man mano che ciò che sta intorno a noi disturba di meno la nostra meditazione e sempre più diventiamo coscienti di essere tempio sacro dello Spirito, ci immergiamo in un altro tipo di silenzio, che ha luogo nell’intimo di noi.

Anche in questo stadio abbiamo dei nemici: i “piccoli io” da rieducare, gli attaccamenti della nostra affettività disordinata, i problemi sorti nell’infanzia...

 

Silenzio Spirituale, è un silenzio totale, misterioso e quindi restio ad essere espresso in parole.

È un silenzio che subentra quando il silenzio esteriore e quello interiore si stanno avviando ad essere una conquista nel meditante, che ha trovato calma ed ordine in se stesso.

 

 

Allora si intuisce l’Al di là, leggiamo questi pochi versi, forse, possono farci percepire qualcosa del mistero:

                                             ...Non ti comprendono

                                             né la ruota né il centro

                                             ma al di là tu sei

                                             Infinito tutto

                                             Insondabile eterno Silenzio,

                                                  senza nome ma traboccante di nomi.

 

L’ostacolo fondamentale alla meditazione è la difficoltà ad abbandonarsi completamente in Dio. Abbandono che Gesù paragona ad una morte delle nostre vecchie abitudini, per vivere nella dimensione nuova della vera vita nello Spirito.

                                                    Se il granello di frumento caduto in terra 

                                                           non muore, esso resta solo.

                                                    Ma se muore, porta molto frutto” (Gv 12: 24).

 

“Che cosa giova all’uomo, guadagnare il mondo intero,

                                                      se perde la propria vita?”  (Mc 8: 36).

                                                   

                                                             “Chi ama la propria vita, la perde,

                                              e chi odia la propria vita in questo mondo,

                                                la conserverà per la vita eterna”  (Gv 12: 25).

 

Alcune caratteristiche della meditazione

 

 1.      La meditazione non è illuminazione, non possiamo minimamente identificare la meditazione con l’illuminazione interiore. La meditazione può soltanto creare l’ambiente adatto, affinché questa avvenga e porti frutto in noi.

L’illuminazione è un dono spirituale da parte di Dio, il quale sceglie liberamente la persona ed il tempo per concederlo.

2.      La meditazione ha il carattere dell’universalità, in quanto attraverso la meditazione si

arriva ad una unione (identificazione) con l’amore universale di Dio.A questo punto del

cammino meditativo non c’è più distinzione di religione, esiste solo Dio e la potenza dell’Amore.

A questo proposito un mistico musulmano Al-dīn Ibn ‘Arabī ci offre questa testimonianza:

“C’era un tempo nel quale io disprezzavo il mio prossimo, se la sua religione non era vicina alla mia; ma ora il mio cuore accoglie tutti, il mio cuore è come un prato spazioso per le gazzelle, un chiostro per i monaci, un tempio per gli idoli, una Kāba per i pellegrini, le tavole della Thorà ed un libro santo

3.      Il meditante diventa trasparente, vale a dire la conquista di Dio, che l’uomo ha compiuto

attraverso la meditazione traspare nella sua vita di tutti i giorni.

Non si tratta di manifestazioni verbali, ma è l’irradiazione di un’esperienza, che, per sua natura, è silenziosa. Ciò avviene anche ad insaputa del meditante.

4.      Nel meditante avviene una trasfigurazione del suo essere e del suo modo di porsi nella vita.

Le esperienze di dolore, ad esempio, che prima lo turbavano e lo sconvolgevano, ora vengono armonizzate nella calma e nella pace di un Io silenzioso.

La stessa tranquillità interiore verrà esperimentata dal meditante in mezzo anche ai successi, che per un mondano sono scopo dell’esistenza e spesso portano turbamento ed antagonismo, per il meditante sono un qualcosa di più o meno bello, che possono sì dare delle soddisfazioni, ma in qualche modo restano al di là del grande Oceano del silenzio spirituale, dove ormai scopre nuove prospettive di vita.

  

Terminiamo riassumendo in qualche battuta l’importanza

del Silenzio interiore

La preghiera-meditazione non sarà mai vera senza il silenzio che parte dall’assenza di percezione del rumore esteriore e giunge a quella tranquillità e pace, che si ha nell’essere afferrati e posseduti da Dio.

Gesù c’insegna che il silenzio più che un lusso è una condizione indispensabile per una vita, votata al servizio efficace dei fratelli.

Prima, infatti, della sua vita pubblica trascorse quaranta giorni nel silenzio del deserto; poi, quando la sua fama si diffuse e la gente si radunava per ascoltarlo ci saremmo aspettati di leggere nel Vangelo che Gesù raddoppiasse le proprie fatiche e sforzi, per donarsi sempre di più ai lavori della sua missione evangelizzatrice.

La conclusione riportata dall’Evangelista è ben diversa:

“Gesù si ritirava in luoghi deserti e pregava”  (Lc 5: 16).

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commenti

I
Ho partecipato ad un corso di meditazione per principianti. Dopo 2 giorni non credo di aver capito più di tanto, ma spero di riprovarci.
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  • Sono vissuto per molti anni in Turchia, per cui oltre al cristianesimo ho anche una conoscenza della religione musulmana ne amo soprattutto la spiritualità, il sufismo.
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