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27 aprile 2014 7 27 /04 /aprile /2014 17:40

Gesù - Provocatore di libertà

 

La domanda ovvia, che sorge riflettendo su questo titolo, è in che modo Gesù ci aiuta a essere uomini liberi?

 

Nel cercare di penetrare il mistero-Gesù, il suo impatto nel nostro vivere quotidiano distinguerei, per spiegarci meglio,  tre grandi tappe nella vita del Cristo, le quali sono anche tre grandi provocazioni per gli uomini di oggi:

 

La prima, che vale anche per coloro che si dicono non credenti, è la scelta radicale della sua vita; non vive per se stesso, non annuncia se stesso, ma il Regno di Dio e accetta di donare la vita fino alla morte e alla morte sulla croce.

 

"Spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; ... facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce" (Fil 2: 7,8).

 

In tal modo Gesù si mostra radicalmente libero da sé, libero di amare.

 

Sappiamo che Gesù ha avuto nella sua esistenza terrena dei momenti oscuri e dolorosi. Forse in quei momenti il suo dono agli altri potrebbe aver avuto qualche cedimento. Che cosa possiamo dire?

 

Anche nel massimo della prova, nel Getsemani, quando la sua umanità sembra cedere, c'è sì come una richiesta d'aiuto al Padre, ma non si tira indietro nella determinazione di compiere la volontà di Dio e il servizio ai fratelli.

 

"Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice!

Però, si faccia non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi" (Mc 14: 36).

 

Questo versetto ci mostra un uomo, che è totalmente libero da sé, libero per esistere nell'amore, nel dono agli altri, nel servizio a Dio; libero nella libertà dell'amore. Possiamo cogliere qui una provocazione per gli uomini del nostro tempo. Cristo è provocazione alla libertà, a dare alla propria vita un senso che non sia quello del possesso, dell'egoismo, che sia invece il senso dell'amore, dell'esistere come dono.

Credo sia utile per noi ascoltare alcune frasi che il pastore luterano Bonhoeffer ha scritto sulla missione della Chiesa:

 

"La Chiesa è Chiesa solo se e in quanto esiste per gli altri".

"La Chiesa deve collaborare ai doveri della vita sociale: non dominando, ma aiutando e servendo".

"La Chiesa deve dire agli uomini di tutte le professioni; che cosa è una vita con Cristo, che cosa significa esserci per gli altri".

"Ci vogliono uomini, che pregano e operano secondo giustizia e attendono il tempo di Dio".

"Il dolore e la gioia appartengono alla polifonia della vita".

"Dobbiamo rivisitare il passato, non da soli, ma in compagnia di Dio".

 

Abbiamo visto la prima provocazione alla libertà interiore che Gesù propone agli uomini del nostro tempo, vediamone ora la seconda.

 

La seconda tappa ci fa cogliere come Cristo concretizzi la libertà radicale  dell'esistere per gli altri in uno stile di vita che i maestri spirituali chiamano povertà interiore. Gesù è stato radicalmente libero dalle cose, nasce e muore povero. Libero dagli altri, non li avvicina mai per possederli, ma per donare loro la libertà dell'amore. Ecco perché è capace di accogliere gli emarginati, i miseri, che non hanno nulla da offrire, poiché li accoglie nella povertà dell'amore.

Il Signore vuole che comprendiamo che non esistiamo per noi stessi, ma che veniamo "da" e andiamo "verso". Una povertà che si nutre nella dimensione del dono.

 

Ci hai indicato tre tappe, che al contempo diventano provocazioni per l'uomo, tre momenti presenti nel cammino spirituale di Gesù. Ne abbiamo chiarite due, manca la terza. Qual è?

 

La terza tappa e terza provocazione alla libertà, Gesù la realizza in rapporto al mondo politico-culturale del suo tempo. La Palestina del tempo è un paese di forti contrasti: la classe dominante, connivente con l'occupante romano, la gran massa della povera gente e i gruppi o movimenti rivoluzionari. Di fronte a tale situazione, che più o meno possiamo ritrovare anche ai nostri giorni, le scelte di Gesù sono chiare: è scomodo per i detentori del potere, tanto che è il sinedrio a condannarlo. Gesù paga perché annuncia i diritti dei poveri. Gesù nei confronti dei rivoluzionari presenta delle caratteristiche comuni. È, tuttavia, ben più rivoluzionario dei rivoluzionari, perché contesta l'iniquo ordine presente non in nome di un altro possibile ordine, ma in nome del radicale primato di Dio, padre di tutti e giustizia per tutti.

 

Che cosa, allora, ci indicano tutti gli atteggiamenti di Gesù, che si apre alla libertà più radicale, che va verso gli ultimi, i poveri della terra in nome della paternità universale di Dio, che contesta i potenti e i dominatori?

 

Tali atteggiamenti ci mostrano un Gesù orientato all'avvento del Regno di Dio e libero rispetto a pregiudizi, calcoli, logica di potere di questo mondo.

La libertà di Gesù, il suo vivere per il Regno, il suo essere in uno stile di vita povero, il suo stare dalla parte degli ultimi non è soltanto modello per noi di un modo di vivere; Gesù è anche il nostro liberatore, perché è Figlio di Dio, e in quanto tale dona a noi la capacità personale di poter vivere il nostro cammino verso la libertà.

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commenti

M
CARO MIO QUANDO TRATTASI DI CRISTI SANTI E MADONNE SI POSSONO DIRTE TUTTE LE CAZZ......DEL MONDO
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  • duilio
  • Sono vissuto per molti anni in Turchia, per cui oltre al cristianesimo ho anche una conoscenza della religione musulmana ne amo soprattutto la spiritualità, il sufismo.
  • Sono vissuto per molti anni in Turchia, per cui oltre al cristianesimo ho anche una conoscenza della religione musulmana ne amo soprattutto la spiritualità, il sufismo.

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