La preghiera è un’attività spirituale
· che il nostro cuore ricerca,
· che coltiva rapporti vitali con Dio,
· che crea un’atmosfera, in cui sia possibile una vita autenticamente cristiana,
dando a Dio la maggiore gloria.
L’uomo che prega deve possedere alcune qualità interiori, quali:
a. La Fiducia in Dio
“E tutte le cose
che domanderete nella preghiera,
se avete fede, le otterrete” (Mt 21: 22).
b. La capacità di perdonare
le ingiurie ricevute
“Quando vi mettete a pregare,
se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate;
affinché il Padre vostro, che è nei cieli,
vi perdoni…” (Mc 11: 25).
c. La riconoscenza
“Perseverate nella preghiera,
vegliando in essa,
con rendimento di grazie” (Colossesi 4: 2).
d. La tranquillità interiore
La pace nello Spirito.
L’orante è, in definitiva, un testimone del Dio vivente.
La fede esplicita è la nostra relazione con Dio, quando Lo invochiamo, chiamandolo Padre, Madre, Sposo, Pastore, Amico…fino a rivolgerci a Lui come “Dio di Gesù Cristo”; e la tradizione cristiana invocherà Dio, quale Trinità di Persone: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
La Trinità è l’unico nome, che racchiude in sé tutti gli altri nomi, che ci comunicano qualcosa della infinita e multiforme ricchezza di relazioni interpersonali, che Dio ha in se stesso, nella sua intima realtà, e nei riguardi delle sue creature.
a. È necessario darsi un tempo per la preghiera
Ogni persona che desideri avere una soddisfacente vita spirituale, deve programmare nella sua giornata un congruo tempo da dedicare alla preghiera.
b. Ci abbisogna un luogo, che diventi un po’ il nostro santuario personale,
dove intrecciare il colloquio con Dio.
Un luogo che aiuti il raccoglimento:
ad esempio, un angolo tranquillo
della propria casa.
D’estate, per chi ne ha la possibilità,
potrebbe essere ideale isolarsi
tra gli alberi di un bosco, una pineta od altro.
La solitudine e il silenzio sono indispensabili,
a meno che non si è in un gruppo
e si desideri meditare insieme.
c. Le preghiere devono essere in accordo con la volontà di Dio.
“Se domandiamo qualche cosa,
secondo la sua volontà,
Egli ci esaudirà”(1 Gv 5: 14).
Dobbiamo acquistare il discernimento
della volontà di Dio:
“Non agite con leggerezza,
ma cercate di ben capire
quale sia la volontà del Signore” (Efesini 5: 17)
Ricordiamo infine Gesù nel Getsemani:
“Non come voglio, ma come vuoi tu”
(Leggere: Mt 26: 38 - 42).
d. Le preghiere devono essere espresse con cuore integro.
(Coscienti che Chi le ode, conosce i nostri pensieri nascosti
e discerne i moventi delle nostre richieste):
“Il sacrificio degli empi è in abominio al Signore,
ma la preghiera degli uomini retti gli è gradita” (Proverbi 15: 8).
“Egli non ricuserà alcun bene
a quelli che camminano nell’integrità” (Salmo 84: 11).
e. “Io pregherò con lo Spirito” (1 Corinzi 14: 15).
Per pregare con lo Spirito, bisogna che lo Spirito Santo agisca in noi liberamente, che non sia rattristato.
Il divino Consolatore, che ci guida in tutta verità (Gv 16: 13), dirigerà le nostre richieste, affinché siano secondo il pensiero e per la gloria del Signore.
Dobbiamo lasciare, dopo aver raggiunto un’adeguata concentrazione, che lo Spirito Santo si esprima dentro di noi e sia Lui a dirigere il nostro dialogo con Dio-Padre. Allora ci accorgeremo che come un fiume di parole inonderà la nostra mente ed avremo la sensazione sublime della vicinanza di Dio.
E non sarà il dio-idolo, che spesso concepiamo nella nostra mente, bensì Iddio infinito, eterno ed onnipresente, nel quale, elevandoci, verremo come assorbiti e vivremo di Lui, dimenticando il nostro tempo ed il nostro spazio.
f. “Pregherò anche con intelligenza” (1 Cor 14: 15).
L’intelligenza umana talvolta può essere un impedimento all’orazione, se eccita l’orgoglio, mentre è un valido aiuto se viene messa al servizio della pietà e viene guidata dall’azione dello Spirito.
g. È indispensabile dare alla Bibbia un posto nel decorso della nostra preghiera:
Parlare a Dio con parole suscitate dalla lettura assidua del Sacro Testo
h. Quando preghiamo dobbiamo essere assolutamente veri e sinceri.
Spesso rivolgiamo a Dio delle parole non perché siamo convinti di ciò che diciamo, ma solo perché abituati a dire così.
Bisogna esprimere a Dio, sempre ed in ogni circostanza
la nostra vera situazione attuale.
i. Nella preghiera è necessario essere perseveranti.
“Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera” (Romani 12: 12).
Nella prima comunità di Gerusalemme: i credenti
“Erano perseveranti nell’ascoltare
l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna,
nella frazione del pane e nelle preghiere” (Atti 2: 42).
j. Per la “Preghiera Collettiva” una condizione è di fondamentale importanza: l’accordo nelle cose richieste:
“Se due di voi s’accordano nel domandare…” (Matteo 18: 19).
Perseveravano concordi nella preghiera” (Atti 1: 14).
“Rendete perfetta la mia gioia,
avendo un medesimo pensare, un medesimo amore,
essendo di un animo solo e di un unico sentimento” (Filippesi 2: 2).